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Studio Polispecialistico Area Psicologica e Medica a Roma Trastevere

Professionisti al servizio della tua salute!

PsyMed si trova nel cuore di Roma, nel noto e stupendo quartiere storico di Trastevere.

Per prenotare un incontro nello studio di Roma (Trastevere) è necessario compilare le domande che trovi a questo link. Le tue risposte saranno analizzate dai professionisti PsyMed e verrai contattato direttamente dal tuo consulente. Successivamente al primo incontro, verranno decisi i modi, tempi e termini di una eventuale presa in carico della tua richiesta.

Giovedì, 10 Febbraio 2022 16:02

L’importanza della RESILIENZA

Resilienza è una parola che ricorre frequentemente da quando è scoppiata la pandemia da Covid-19; la ritroviamo anche nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR o Recovery Plan) stilato dal Governo. Ma cos’è esattamente e perché è diventata così importante in questo periodo?

Il termine resilienza per come ha iniziato ad essere usato in psicologia è in realtà una metafora di un fenomeno misurabile in fisica, ovvero dell’attitudine di un corpo a resistere senza rotture in seguito a sollecitazioni esterne brusche o durature di tipo meccanico. I materiali vengono definiti resilienti se, dopo essere stati sottoposti a schiacciamento o deformazione, ritornano alla loro forma iniziale.

E in ambito psicologico cosa vuol dire essere resilienti?  

Significa saper affrontare gli eventi stressanti o traumatici, significa piegarsi piuttosto che spezzarsi se sottoposti a pressione, perseverando e adattandosi nell’affrontare le sfide; vuol dire attingere dalle proprie risorse per riprendersi e crescere dopo una crisi.

La resilienza è, in sintesi, tutto ciò che ci serve per sopravvivere a adattarci alle avversità in un mondo stressante ed estremamente complesso.

E noi? Quanto ci sentiamo resilienti? Cosa significa per noi essere resilienti? Da dove viene la nostra resilienza?

La resilienza non è un tratto stabile e immodificabile della personalità ma è qualcosa che chiunque può apprendere, migliorare e sviluppare.

La resilienza inoltre non è una caratteristica presente per tutta la vita: anche per le persone dotate di qualità resilienti possono esserci dei momenti e delle situazioni troppo pesanti da sopportare. Essere resilienti, infatti, non significa essere individui invulnerabili, inaccessibili alle emozioni o alla sofferenza; significa avere le risorse per riuscire ad affrontare le difficoltà o gli stress senza farsi sopraffare.

Ognuno di noi, con l’aiuto di un esperto, può mettere a punto un proprio piano di costruzione della resilienza per acquisire o sviluppare quelle risorse necessarie ad affrontare e superare le avversità e per riuscire, di conseguenza, a riorganizzare positivamente la propria vita.

Perciò ricordando che ciascuno di noi può sempre imparare e cambiare, proviamo a migliorarci!

Lunedì, 22 Novembre 2021 10:34

Conoscere l’ansia: amica o nemica?

Quante volte durante le nostre giornate ci troviamo affannati e sopraffatti dai tanti impegni e dalle importanti responsabilità!

Ormai nel nostro parlare quotidiano la parola “ansia” è entrata a far parte dei nostri discorsi e scambi con amici, colleghi e familiari.

Mi viene l’ansia!” – “Che ansia!” – “Questa è proprio una situazione ansiogena!” – “Mi fai venire l’ansia!”…

Ma sappiamo davvero che cos’è l’ansia e a cosa serve nella economia della nostra mente?

Per “Ansia” si intende una sensazione di forte “Paura”, estremamente intensa.

ll termine “ansia deriva dal latino “angĕre”, che significa “stringere”: fa riferimento ad un’intensa sensazione di tensione psicofisica, di preoccupazione e di inquietudine che “stringe” mente e corpo, come se fosse una “morsa”. Spesso si attiva in relazione ad uno stimolo ritenuto minaccioso e nei cui confronti non ci riteniamo sufficientemente capaci di reagire. L’ansia, però, non è sempre “negativa” e in molte situazioni può avere un importante valore adattivo, può addirittura essere considerata una nostra “amica” che ci aiuta ad affrontare situazioni difficili.

Possiamo quindi distinguere un’ “ANSIA FUNZIONALE E ADATTIVA” ed un’ “ANSIA DISFUNZIONALE”.

L’ “ANSIA FUNZIONALE-ADATTIVA” si manifesta come uno stato di tensione psicologica e fisica che implica un'attivazione generalizzata di tutte le risorse dell'individuo, in funzione di uno stimolo realmente esistente e che si configura come una condizione difficile o nuova da affrontare e gestire. Può essere un esame, una riunione importante, un incontro galante, un viaggio, ecc. L’ansia “funzionale” ci permette, quindi, di attivare le nostre risorse per affrontare una situazione percepita come minacciosa oppure nuova e sconosciuta per noi.

L' “ANSIA DISFUNZIONALE”, invece, limita notevolmente le nostre capacità di adattamento, in quanto disturba notevolmente il nostro funzionamento psichico. Ci proietta in una dimensione di dubbio, incertezza e di blocco. Spesso l’ansia disfunzionale non ha una precisa causa riconoscibile oppure un evento scatenante; può determinare comportamenti di difesa che limitano l'esistenza, come l'evitamento di situazioni ritenute potenzialmente pericolose (es. guidare la macchina; prendere l’aereo; ecc)

Fra i sintomi più comuni dell’ansia disfunzionale abbiamo: senso di paura e di pericolo imminente; paura di perdere il controllo; tensione interna soggettiva; difficoltà a rilassarsi; apprensione; ipervigilanza; inquietudine; irritabilità ed impazienza; difficoltà a concentrarsi e scarsa attenzione.

Anche il nostro corpo ci manda dei segnali importanti quando ci sentiamo sopraffatti dall’ansia disfunzionale:  difficoltà di respirazione; respiro corto e accelerato; Vertigini; Sensazione di instabilità e mancato equilibrio; Sensazione di "nodo in gola"; Battito cardiaco accelerato o non regolare; Sudorazione eccessiva; Senso di debolezza e stanchezza; Tensione muscolare; sintomi gastrointestinali.

L'ansia disfunzionale, generalmente, richiede l'intervento dello specialista che saprà diagnosticare quale tipo di disturbo ansioso affligge la persona e quale trattamento meglio si addice al singolo caso.

Presso lo studio multi professionale PSYMED a Roma è possibile effettuare una valutazione diagnostica delle manifestazioni ansiose e progettare percorsi di PSICOTERAPIA del tutto personalizzati, integrati con pratiche di tipo psicocorporeo (TRAINING AUTOGENO, MINDFULNESS, YOGA) che promuovono il rilassamento ed il benessere generale della persona.

Gli utenti di solito fanno richiesta di consulenza psicologica per:

  • affrontare situazioni problematiche che non sanno come gestire e che riguardano diversi ambiti (personale, familiare, evolutivo, pedagogico, professionale, ecc.). Le difficoltà, i dubbi, la crisi, le frustrazioni e le preoccupazioni creano disagio e le persone sentono che le proprie capacità di agire e di pensare in modo efficace sono bloccate o compromesse.
  • Riappropriarsi di opportunità perdute e potenzialità non usate. Oltre a situazioni problematiche le persone sono spesso in difficoltà perché non usano le opportunità o non sfruttano le potenzialità a loro disposizione.

In generale, chi si rivolge allo psicologo per una consulenza psicologica (sia esso individuo, coppia o organizzazione) “avverte, anche se spesso in maniera confusa ed imprecisa, una sorta di discontinuità tra la propria capacità di agire per il raggiungimento di un obiettivo e tale obiettivo, ovvero lo scopo verso il quale l’azione è diretta” (M. Grasso, S. Salvatore, 1993).

Lo scopo della consulenza psicologica è quello di sostenere, motivare, abilitare o riabilitare la persona all’interno della propria rete affettiva, relazionale e valoriale, al fine anche di esplorare difficoltà relative a processi evolutivi o involutivi, fasi di transizione e stati di crisi anche legati a cicli di vita, rinforzando capacità di scelte, di problem solving o di cambiamento (CNOP, Atti Tipici e Riservati della Professione Psicologica: la Competenza del Counseling 20/06/2020).

La relazione di consulenza è collaborativa. L’utente impara ad aiutare se stesso e l’operatore ha la funzione di “facilitatore” dei processi perché accompagna e facilita l’utente nel raggiungimento dei propri risultati.

L’intervento del professionista sarà efficace, infatti, nella misura in cui gli utenti, dopo l’interazione con lui, sono in grado di gestire le situazioni problematiche o sanno come usufruire di risorse fino allora non usate o sono in grado di usare opportunità per vivere in modo efficace e funzionale.

Consulenza e Sostegno psicologico

I vantaggi per l’utente che effettua un percorso di consulenza “efficace” sono:

  • essere accolto, ascoltato e supportato all’interno di uno spazio di relazione;
  • riflettere e condividere tematiche personali ed emotivamente rilevanti;
  • confrontarsi con i propri sentimenti e conflitti interiori;
  • essere aiutato nella definizione e valutazione del problema e delle sue implicazioni nel più ampio contesto di vita personale e di relazione (esplora e chiarisce);
  • scoprire prospettive diverse che consentono di attribuire un nuovo senso e significato al problema;
  • fare ordine e chiarezza su ciò che vuole, stabilendo priorità e obiettivi concreti e realistici;
  • essere supportato nell’individuazione di strategie di azione adatte al raggiungimento dei propri obiettivi;
  • scoprire modalità di comportamento più funzionali e correttivi efficaci per il cambiamento;
  • superare l’immobilismo decisionale;
  • acquisire un senso di valore personale e di benessere quando raggiunge il proprio obiettivo di migliorare e acquisire competenza e abilità nell’affrontare i problemi;
  • avere l’opportunità di conoscere, crescere e cambiare partendo da una situazione negativa e di crisi;
  • migliorare la qualità della propria vita personale, di relazione e sociale.

La consulenza richiede un numero definito di incontri e può evolvere, se necessario, in un percorso di sostegno psicologico o di psicoterapia.

Se desideri maggiori informazioni contatta la Dott.ssa Maria Cristina - Psicologa a Roma

Che cosa è una famiglia normale?

 

Quando una persona chiede un aiuto psicologico per qualcuno della famiglia che sta attraversando un momento di difficoltà e di disagio teme sempre un giudizio negativo sul suo operato.

Parlare di un figlio, di un fratello o di un partner che ha problemi di ansia, depressione o dipendenza porta con sé il timore di aver sbagliato qualcosa, il peso di sentirsi responsabili per qualcosa che non va nelle proprie relazioni familiari. Purtroppo il senso comune ed il pregiudizio portano molte persone a pensare che se qualcuno mostra un sintomo, un disagio o un malessere bisogna cercare un “colpevole”. Spesso le persone che chiedono aiuto hanno bisogno di sottolineare che provengono da una “famiglia normale” e che hanno tentato di dare il meglio ai loro cari.

La complessità del disagio mentale e delle relazioni familiari non possono ridursi a questa visione così semplicistica e per nulla realistica: la sofferenza non ha colpevoli. Ogni membro della famiglia soffre a suo modo ed ha diritto di essere accolto e ascoltato.

Come si realizza il percorso di sostegno e la terapia familiare?

In un percorso di “TERAPIA FAMILIARE” la prese in carico della famiglia prevede il coinvolgimento di tutti i membri, allo scopo di ascoltare e accogliere la sofferenza di ognuno e di individuare e rinforzare le risorse e le capacità di autoguarigione che ogni famiglia porta con sé. Il coinvolgimento della famiglia nel percorso di cura ha una potente funzione terapeutica, finalizzata al rinforzo dell’appartenenza di gruppo, alla gestione bilanciata di regole e ruoli, al miglioramento della comunicazione e dei livelli di soddisfazione personale e relazionale. 

La terapia familiare è particolarmente indicata per affrontare problematiche connesse al ciclo vitale e all’età evolutiva (bambini, adolescenti, giovani adulti); per la gestione di eventi stressanti e/o traumatici (trasferimenti, separazioni, perdite, lutti, PTSD, ecc); per condizioni cliniche specifiche (disturbi del comportamento alimentare, tossicodipendenze, psicosi, depressioni, ecc).

 

Presso lo studio multiprofessionale PSYMED a Roma è possibile effettuare percorsi di TERAPIA FAMILIARE in presenza o in remoto, per valutare e gestire eventuali disagi emotivi e relazionali, potenziare le capacità comunicative e di risoluzione dei problemi, gestire i conflitti e rinforzare le risorse all’interno della propria famiglia.

Dott.ssa Claudia Agostino – Psicologa Psicoterapeuta

 

L’emergenza sanitaria da COVID-19 che stiamo vivendo ci costringe a vivere in un tempo sospeso, immobile, dove tutto sembra fermo, ma allo stesso tempo siamo chiamati a muoverci e a continuare a vivere le nostre giornate, adempiendo ai nostri compiti e alle nostre responsabilità. Spesso ci risulta difficile organizzare le varie attività, sia a casa che fuori e ci sentiamo sopraffatti da un senso di impotenza e frustrazione.

In un precedente articolo in questo Blog dello Studio Psymed, ho accennato ad alcuni rimedi per affrontare gli effetti di quella che viene chiamata la “Psico-Pandemia”.

Fra questi ho fatto riferimento a quelle che definisco le “BOLLE DI RESPIRO”, ovvero momenti circoscritti e definiti all’interno della nostra giornata in cui recuperiamo forza ed energia.

Scegliamo un momento della giornata in cui sappiamo che possiamo ritagliarci del tempo: può essere la mattina appena svegli, o in pausa pranzo, oppure la sera prima di addormentarci.

 

REGALIAMOCI UNA  “BOLLA DI RESPIRO” ? 

  • Scegliamo un momento della giornata in cui ritagliarci del tempo, anche minimo, come 5 o 10 minuti
  • Può essere la mattina appena svegli; in una pausa pranzo oppure la sera prima di andare a letto
  • possiamo decidere di svolgere un'attività che ci rilassa o ci permette di ricaricare le batterie
  • può essere una respirazione consapevole, una pratica di mindfulness, un esercizio di training autogeno, un po’ di yoga, l'ascolto di una musica rilassante, un bagno caldo o una doccia ristoratrice, fatta in consapevolezza

  

Ognuno sceglie la sua pratica da effettuare nella propria “bolla di respiro”; l'importante è che sia effettuata in piena consapevolezza.

Presso lo studio multiprofessionale PSYMED a Roma è possibile effettuare colloqui in presenza o in remoto, per valutare e gestire eventuali disagi emotivi e relazionali e progettare percorsi di promozione alla salute e di gestione dello stress attraverso il training autogeno la mindfulness e lo yoga.

Martedì, 23 Marzo 2021 16:28

Proteggersi dalla “psico-pandemia”

Dott.ssa Claudia Agostino – Psicologa Psicoterapeuta

Dopo un anno dalla dichiarata pandemia da Covid-19 da parte dell’OMS, le misure di sicurezza dettate dalle nuove zone rosse ci proiettano in un tempo immobile, come se nulla fosse cambiato: attività commerciali, sportive e culturali fortemente limitate o sospese; scuole chiuse e tutte in DAD.

Abbiamo la sensazione che tutti gli sforzi, tutti i sacrifici e tutte le rinunce che abbiamo fatto da un anno a questa parte, non abbiano avuto alcun effetto, se non quello di accumulare frustrazione e sfiducia.

Quello che stiamo vivendo è un momento molto delicato: la stanchezza e le difficoltà economiche e sociali stanno appesantendo le vite familiari e corrodendo le relazioni; l’isolamento sociale sta amplificando malesseri pregressi e generandone di nuovi. Il disagio emotivo sta dilagando alla stessa velocità del virus, ma con minore possibilità di essere intercettato. Qualcuno parla di “Psico-pandemia” per descrivere questo effetto secondario correlato alla pandemia da COVID-19; sembra una sorta di “onda d’urto” oppure uno tsunami che devasta le terre, in seguito al maremoto.

Non esistono “tamponi emotivi” per il panico, le depressioni, le reazioni aggressive, l’abuso di alcol e droghe! Né tantomeno vaccini per proteggerci dal disagio e dalla paura per il futuro.

E allora cosa possiamo fare per non lasciarci andare alla confusione, al malessere e al pessimismo?

 

COME PROTEGGERCI DALLA “PSICO-PANDEMIA” ? 

  • Rimanere focalizzati nel presente, senza andare troppo avanti nel tempo, con visioni funeste del futuro
  • Evitare il sovraccarico di informazioni cercando sui social, sul web e sui mass media
  • Evitare la ricerca ossessiva e ridondante di informazioni sui contagi, i ricoveri, le vittime
  • Seguire le linee guida delle istituzioni ufficiali e del Ministero della Sanità
  • Scandire le giornate con abitudini pressoché costanti, senza lasciarsi andare alla passività
  • Cercare di rimanere “connessi” con le persone a noi care, sfruttando in modo costruttivo i mezzi di comunicazione
  • Muovere il corpo: passeggiare e fare attività fisica all’aria aperta, nel rispetto delle misure di sicurezza oppure svolgere semplici esercizi in casa
  • Ritagliarsi ogni giorno piccoli “rituali di benessere” o “bolle di respiro” per ricaricarci di sensazioni positive
  • Se ci rendiamo conto che non riusciamo a superare un momento di forte malessere, di panico o di depressione, chiediamo aiuto al nostro medico di riferimento e ad uno psicologo-psicoterapeuta di fiducia.

 

Presso lo studio multi professionale PSYMED è possibile effettuare colloqui in presenza o in remoto, per valutare e gestire eventuali disagi emotivi e relazionali.

Lunedì, 11 Gennaio 2021 12:35

AIUTO: Mio figlio si droga!

Dott.ssa Claudia Agostino – Psicologa Psicoterapeuta

Esperta in Dipendenze Patologiche

Dottoressa la chiamo perché mio figlio ha dei comportamenti strani: non lo riconosco più, è chiuso, scostante, sembra rallentato oppure a volte ha delle reazioni esagerate di rabbia. Ho scoperto che fa uso di stupefacenti e a volte è tornato a casa sconvolto di alcol. Cosa posso fare per aiutarlo?”

Quando le droghe entrano nella vita familiare delle persone sembra che qualcosa si rompa per sempre: tutto sembra crollarci addosso e abbiamo la sensazione di vivere un incubo. Le giornate sembrano susseguirsi come in un vortice fatto di paura, bugie, malumori, confusione e disorientamento. Spesso domina una opprimente sensazione di impotenza, di angoscia e paura per quello che potrebbe succedere in casa e fuori.

L’immagine della tossicodipendenza di un familiare evoca nella fantasia delle persone scenari nefasti e terrificanti, di fronte ai quali sembra che l’unica soluzione si la coercizione a subire cure restrittive oppure l’accettazione passiva della situazione.

La dipendenza da sostanze stupefacenti è una vero e proprio quadro clinico, riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come malattia cronica recidivante.

Quindi è importante intercettare i primi segnali di disagio e chiedere tempestivamente aiuto a servizi e strutture specializzate, che possano garantire una diagnosi ed un trattamento ad ampio raggio.

 

Quali sono i campanelli di allarme a cui un genitore deve prestare attenzione?

  • Sintomi fisici insoliti e non correlabili a specifiche patologie mediche (mal di testa, sintomi gastro-intestinali, ecc)
  • Rapidi cambiamenti del tono dell’umore e dei comportamenti
  • Alterazione del ritmo sonno-veglia
  • Alterazione delle abitudini alimentari
  • Tendenza a nascondersi, camuffarsi, alterare la realtà e dire bugie; frequentazioni amicali insolite o atteggiamento evitante e poco chiaro rispetto a queste
  • Isolamento sociale e chiusura in casa, oppure atteggiamento di estrema socievolezza e voglia di evadere, trascorrendo molto tempo fuori casa
  • Perdita d’interesse per le attività usualmente svolte
  • Compromissione delle relazioni sociali ed amicali
  • Compromissione della sfera scolastica e lavorativa
  • Comportamenti antisociali (piccoli furti, truffe, estorsioni, ecc)
  • Fermi da parte delle forze dell’ordine

 

Cosa fare se tuo figlio assume droghe? 

  • Non sottovalutare i campanelli di allarme, anche se questo ci provoca angoscia e disorientamento
  • Confrontarsi con gli altri familiari e discutere insieme su come affrontare il problema
  • Evitare atteggiamenti rigidi, intransigenti ed espulsivi nei confronti del ragazzo che sta manifestando il disagio: la tossicodipendenza è una MALATTIA e NON un VIZIO
  • Far sentire al ragazzo la nostra preoccupazione e la nostra vicinanza con atteggiamenti di calda accoglienza, ma allo stesso tempo fermi e decisi a chiedere un aiuto professionale
  • Contattare i servizi territoriali deputati alla diagnosi e cura delle dipendenze patologiche come il SerD di appartenenza e/o a strutture specializzate del privato sociale (una delle più accreditate è la Fondazione Villa Maraini di Roma, un vero e proprio “ospedale” per le dipendenze aperto H24 tutti i giorni dell’anno)
  • Qualora ci si sentisse disorientati e spaventati rispetto a questo, chiedere sostegno al proprio medico di famiglia o psicologo di fiducia
  • Seppure il ragazzo non volesse contattare i servizi, i familiari possono comunque chiedere aiuto presso i servizi pubblici e del privato sociale

Come sarà questo strano Natale in epoca di Pandemia? Quanta ansia proviamo nel prepararci alle festività con tante restrizioni?

Ci sentiamo minacciati e limitati nella nostra libertà, in costante allerta rispetto a possibili contagi e con un forte disorientamento nella organizzazione degli incontri familiari.

Le festività natalizie sono già di per sé un periodo delicato e spesso possiamo vivere quello che si chiama “Christmas Blues”, la “malinconia legata alle festività”che, quest’anno può essere amplificata dalla emergenza sanitaria che stiamo vivendo.

Possiamo sentirci sopraffatti dall’ansia, dalla tristezza, da momenti di noia o sentirci particolarmente irascibili; spesso possiamo soffrire d’insonnia, sopraffatti da pensieri negativi, oppure lasciarci andare alla pigrizia e alla passività.

Le convenzioni sociali e familiari rispetto allo scambio di auguri, le liste di regali ed il maggior tempo trascorso in famiglia possono innescare conflitti ed incomprensioni che appesantiscono le nostre giornate. È un periodo inoltre in cui si riacutizza la sofferenza per le persone che non ci sono più, per le separazioni e le crisi affettive o lavorative o per problemi legati alla salute.

In più le attuali limitazioni legislative per l’emergenza sanitaria ci obbligano a riorganizzare le nostre abitudini tradizionali, limitandoci nei contatti sociali oppure obbligandoci ad un isolamento indesiderato.    

 

Come non cadere nella “tristezza delle feste"

  •  ACCOGLIAMO LE NOSTRE EMOZIONI: ciò che proviamo è prezioso; accogliamo ed accettiamo le nostre emozioni, anche quelle spiacevoli, senza sforzarci di essere felice a tutti i costi. In base a come ci sentiamo possiamo imparare a dire di “NO”, a rispettare i nostri desideri e a negoziare rispetto a questioni per noi spinose. 
  • CONDIVIDIMO I NOSTRI STATI D’ANIMO: regaliamoci la possibilità di condividere ciò che proviamo e pensiamo con le persone a noi care; chiediamo vicinanza e calore, al fine di non rimanere da soli con le nostre sensazioni spiacevoli. 
  • LA LISTA DELLE COSE BELLE: anche nei momenti più bui, in cui ci sentiamo sopraffatti dall’ansia e dal malumore, possiamo esercitarci a valorizzare le cose belle che comunque ci circondano. La nostra casa, le persone ai cui vogliamo bene, un animale domestico, il nostro lavoro, il buon cibo, un dono inaspettato, un bel film, ecc. Insomma possiamo “allenarci” a bilanciare i vissuti spiacevoli con quelli piacevoli. Se, invece, ci troviamo in una situazione di maggior disagio, magari in isolamento per COVID, o combattendo per altre malattie, o addirittura in ospedale, cerchiamo di guardarci intorno e di trovare anche una piccolissima cosa che può darci un po’ sollievo: un po’ di musica, il sorriso di un vicino, una bevanda calda e ristoratrice. 
  • RENDIAMOCI PROTAGONISTI: nelle situazioni in cui ci sentiamo particolarmente annoiati, passivi o “negativi”, attiviamoci cercando di proporre un’attività da fare da soli o in compagnia (un gioco, un film, una telefonata, ecc). La passività e l’arrendevolezza amplificano i nostri vissuti spiacevoli. 
  • RICARICARE LE BATTERIE: nei giorni di festa è fondamentale regalarci dei preziosi momenti per ricaricare le batterie, sia da soli che in compagnia. Ognuno di noi ha dei rituali che ci aiutano a “prendere aria” ed affrontare intere giornate di convivialità. Un bagno caldo, un riposino pomeridiano, un po’ di attività fisica, ascoltare la nostra musica preferita, chiamare un amico lontano, ecc.

 

Non ci resta che augurarci buone feste e buona RESILIENZA!

Dott.ssa Claudia Agostino – Psicologa Psicoterapeuta

 

 

Dott.ssa Claudia Agostino

Il rientro dalle vacanze estive, in genere, non è piacevole soprattutto quando ci guardiamo allo specchio e notiamo quei chili di troppo depositati su fianchi e cosce, specie per noi donne. Ed è allora, e solo a quel punto, che emergono mille sensi di colpa ripensando a tutti quegli eccessi alimentari che avremmo potuto evitare...

 

L'importanza di una sana alimentazione

Per rimediare ai danni ricorriamo ai rimedi più disparati: c'è chi pratica il digiuno, chi elimina tutti i carboidrati dalla propria dieta o chi diventa ossessionato dal praticare sport per 'bruciare' quante più calorie possibili. In tal modo non si fa altro che stressare il proprio corpo, innescando cambiamenti ormonali che si riversano in maniera negativa sul nostro stato di salute e anche sulla perdita di peso.

 

Il mio consiglio per rimettersi in forma è quello di seguire un regime dietetico sano, equilibrato e, dove necessario, ipocalorico.

Tornare in forma con piano alimentare equilibrato

Un piano alimentare equilibrato si caratterizza:

  • dal 15-20 % di proteine nobili derivanti da fonti come carne, pesce, uova e latte;
  • dal 50-55% di carboidrati complessi derivanti da cereali, di cui il 10-15% da carboidrati semplici derivanti dalla frutta;
  • dal 25-30 % di grassi, di cui i 2/3 dovrebbero derivare da fonti vegetali (oli) e 1/3 da quelle animali;
  • da un apporto in fibre di 30 gr al giorno derivanti da cereali integrali, legumi, frutta e verdura.

 

I consigli per depurarsi e tornare in forma

Cosa fare per garantire al corpo la giusta ripartizione dei nutrienti sopra riportati e stare in forma? 

  1. Mangiare pesce fresco almeno 3 volte a settimana, di cui almeno una volta quello azzurro ricco in omega 3;
  2. prediligere la carne bianca magra, 3 volte a settimana, rispetto a quella rossa (1 porzione media di 250 grammi a settimana);
  3. mangiare 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, in forma solida o anche liquida, attraverso centrifughe o frullati, per garantire al corpo vitamine e soprattutto sali minerali;
  4. preferire il consumo di olio extravergine di oliva a crudo per condire le pietanze;
  5. consumare i legumi almeno 2 volte a settimana;
  6. preferire le uova non più di 2 volte a settimana, sostituendole alla carne;
  7. evitare gli insaccati e limitare i salumi e formaggi;
  8. consumare una porzione al giorno di latte o yogurt;
  9. abbinare ai pasti principali una porzione di cereali (pasta, riso o pane), preferendo quelli integrali;
  10. evitare cibi cosiddetti spazzatura o junkfood, ossia cibi ricchi di sale, grassi e zuccheri e con basso valore nutrizionale come patatine fritte, cibi preconfezionati, dolci elaborati e bibite gassate;
  11. bere almeno 2 Litri di acqua al giorno, per garantire al corpo l'equilibrio idrico di cui necessita ed evitare la disidratazione;

 

A questo schema alimentare deve essere abbinata un'appropriata attività fisica e, a tal proposto, l'OMS raccomanda almeno 150 minuti alla settimana di attività moderata o 75 di attività vigorosa (o combinazioni equivalenti delle due) in sessioni di almeno 10 minuti per volta, con rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari da svolgere almeno 2 volte alla settimana. 

Basta seguire una sana alimentazione per rimediare ai “danni” fatti durante le vacanze estive, così come basta una sana alimentazione per stare in salute e in forma tutto l'anno. 

Ricordo sempre che questi sono consigli generici e che ogni singola persona ha le sue esigenze nutrizionali specifiche, dunque ogni piano dietetico va personalizzato

Se desideri maggiori informazioni o richiedermi il tuo piana alimentare personalizzato chiama al  338 23 17 920

Martedì, 19 Maggio 2020 13:03

Controllo dal nutrizionista in sicurezza

Coronavirus, i consigli del nutrizionista per una visita in sicurezza

Dopo questo lungo periodo di quarantena in cui probabilmente non abbiamo avuto modo di curare particolarmente l'alimentazione, ora è il momento con il progressivo ritorno alla normalità, di ricominciare a curare l'alimentazione come elemento centrale per la nostra salute.

L'alimentazione, spesso sottovalutata, costituisce un fattore importantissimo per la nostra salute. 

Per prenderci cura di voi, noi nutrizionisti del centro PsyMed di Roma abbiamo ripreso le attività in sede, ma non abbiamo abbassato la guardia e per questo ci siamo adeguati alle disposizioni ministeriali per garantirvi la massima sicurezza durante le visite o i controlli con i nostri nutrizionisti.

Il professionista si impegnerà a garantire il massimo grado di rispetto del paziente e richiede altrettanto da parte di quest'ultimo.

 

Cosa deve fare il nutrizionista?

  •  Al termine di ogni visita provvederà alla disinfezione degli strumenti utilizzati e di tutte le superfici contaminate e procederà ad areare l' ambiente per almeno 15 minuti prima della visita successiva.

Cosa deve fare il paziente per andare dal nutrizionista?

  • Non deve recarsi a studio se ha febbre ( T>37,5° C) o sintomi influenzali ed eventualmente contattare il professionista per fissare un nuovo appuntamento; 
  • Dovrà essere puntuale, rispettando l'orario che gli viene indicato per non creare assembramenti in sala d'attesa e per lo stesso motivo è vietata la presenza all'interno dello studio di accompagnatori, salvo minorenni; 
  • Deve indossare la mascherina; 
  • Deve disinfettarsi le mani con apposito gel posto all'ingresso della sala di attesa e indossare i guanti monouso che gli saranno forniti dal professionista;

 

Prevenzione e alimentazione sono due elementi cruciali per la nostra salute, non trascurarli!

Dott.ssa Cecere Carolina, Biologa e Nutrizionista a Roma 

338 23 17 920

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