Il test di Rorschach, che prende il nome dallo psichiatra svizzero Hermann Rorschach, è uno strumento di indagine della personalità.
La continua verifica sperimentale in ambito psicologico tesa a valutare la fondatezza del materiale interpretativo prodotto, ha fatto si che negli anni questo test sia stato definito come uno strumento proiettivo valido e riconosciuto.
Questo reattivo sfrutta il meccanismo inconscio della proiezione, in base al quale, di fronte ad un’immagine ambigua e poco strutturata, il soggetto tende a proiettare su di essa il proprio mondo interno fatto da fantasie, ricordi e significati personali, piuttosto che osservarla in maniera oggettiva.
Il test è composto da 10 tavole, sulle quali sono presenti delle macchie simmetriche simili a quelle che si potrebbero creare quando si lascia cadere dell’inchiostro su un foglio di carta.
Le tavole sono 5 monocromatiche, 2 bicolori e 3 colorate, tutte caratterizzate da toni chiaroscurali. Il contenuto di ogni tavola evoca nel soggetto sottoposto al test determinate situazioni psicologiche o manifestazioni affettive, ad esempio disagio, stupore o turbamento, ma anche manifestazioni positive.
É importante far presente al soggetto che non ci sono risposte giuste o sbagliate e che ognuno risponde agli stimoli in modo individuale e unico.
L’interpretazione di quanto detto dal paziente consente di tratteggiare un profilo attitudinale e di fronteggiamento dello stress e uno più generale di personalità, oltreché di far emergere eventuali problematiche. Va detto che questo test rappresenta lo strumento preferenziale se si desidera approfondire alcune dinamiche interpersonali e di modulazione delle emozioni.
Nell’effettuare un esame psichico dunque, lo psicologo, che somministrerà il Rorschach previa formazione di due anni, integrerà l’utilizzo di tale test con il metodo clinico, tradotto attraverso colloqui liberi e tematici.
In questo caso può essere necessario quando si vuole intraprendere una psicoterapia: in tal modo lo specialista potrà avere un più agevole accesso al mondo interiore del paziente. Inoltre esso può essere utilizzato nel caso in cui la storia clinica del soggetto sia caratterizzata da diversi pareri diagnostici.
Può essere in grado di dare indicazioni ad esempio su:
Grazie alla lettura di questo test, d’altra parte, è anche possibile delineare in maniera più accurata le principali modalità comportamentali del paziente.
Risulta quindi un utile strumento per far emergere elementi importanti della personalità del paziente, nonché dei suoi vissuti emotivi, in modo da avere un orientamento per lo sviluppo di un progetto terapeutico.
Il consulente, nominato dal giudice, di solito si avvale, oltre che dell’utilizzo dei colloqui psicologici, anche di una batteria di test per valutare lo stato psichico del soggetto in questione, che sia in ambito civile o penale.
Le tipologie di situazioni dove possono essere utilizzati i test, a seguito della nomina di un consulente tecnico, sono svariate, dalla valutazione della capacità di intendere e di volere, all’ambito minorile (penale), alla valutazione della capacità genitoriale (ambito civile).
Lo psicologo giuridico incaricato dal giudice, per somministrare il Rorschach dovrà essere un esperto con formazione biennale.
Lo psicodiagnosta arriverà dunque alla stesura di una relazione usando gli indici emersi dalla complessa analisi del protocollo Rorschach , questi verranno utilizzati per la costruzione di un profilo di personalità e, ove possibile, per la formulazione di un’ipotesi diagnostica. In ambito giuridico, per la stesura di una relazione completa ed esaustiva gli indici del Roschach verranno correlati con quelli di altri test costituenti la batteria, di solito quelli usati sono MMPI, Disegno della Figura umana e WAIS.
In generale un esperto di somministrazione del Rorschach può essere interpellato sia in ambito giuridico sia dai suoi stessi colleghi che vogliano avvalersi di un esperto per avere un quadro maggiormente chiaro del proprio paziente prima o durante il percorso psicoterapeutico.
Se stai cercando a Roma uno psicodiagnosta esperto nella somministrazione del Rorschach o hai necessità di una valutazione psicodiagnostica contattaci presso il nostro studio di Roma. In particolare la Dott.ssa Francesca Castellano è Psicologa, Psicodiagnosta, Psicologa Giuridica e si occupa di:
Il danno da pregiudizio esistenziale indica un danno che contempli un peggioramento della qualità della vita, riconducibile non alla salute psico-fisica ma, piuttosto, ai valori dell'esistenza del danneggiato.
Si tratta, in altre parole, della compromissione, a seguito di un particolare evento traumatico, delle attività che realizzano la personalità dell'individuo, delle sue occasioni felici, della sua vita quotidiana.
La personalità è espressione della peculiarità dell’individuo ed è un costrutto risultante dello sviluppo individuale attraverso continui scambi con l’ambiente. La dinamicità della personalità la porta ad essere soggetta ad alterazioni, l’osservazione clinica e diversi studi dimostrano che c’è un rapporto di causa tra eventi di vita e l’insorgere di alcune sindromi psicopatologiche.
È importante sottolineare che ciascun individuo reagisce in maniera diversa agli eventi con cui interagisce, situazioni che per l’uno potrebbero portare ad un trauma, per l’altro non avranno lo stesso effetto. Ciascun individuo può dare una lettura diversa dell’evento, a seconda della propria storia di vita ed alla spiegazione che da a sé stesso, proprio alla luce del proprio vissuto.
I traumi si configurano come un lutto, reale o simbolico, una perdita di ciò che c’era prima e delle condizioni che caratterizzavano la vita dell’individuo fino all’evento traumatico, che per la giurisprudenza indica come illecito.
L’illecito rappresenta una vera e propria ferita, una frattura tra l’individuo e l’ambiente circostante, situazione aggravata dal fatto che debba affrontare un percorso lungo e difficile come quello della giustizia.
Il danno esistenziale è considerato, dalla giurisprudenza, danno non-patrimoniale, la psicologia giuridica, a puri fini descrittivi, distingue il danno psichico, il danno morale e quello esistenziale:
Il danno psichico si differenzia da quello fisico perché non è tangibile. Possiamo definirlo come un’infermità mentale, una condizione patologica che altera i rapporti tra ricordi e vita vissuta, si ha quindi una riduzione delle funzioni psichiche, ovvero un’alterazione di affettività e tono dell’umore.
Alterazione, in senso peggiorativo, del modo di essere di una persona, sia degli aspetti individuali che sociali. Il primo ambito riguarda gli aspetti emotivi e di adattamento dell’individuo, la sua efficienza e autonomia; il secondo ambito riguarda l’alterazione del manifestarsi del proprio modo di essere nelle relazioni familiari-affettive e nelle attività realizzatrici quali lavoro, hobbies, situazioni sociali.
la giurisprudenza lo mette in relazione con uno stato di tristezza e prostrazione causato dal trauma, dunque rappresenta un vissuto soggettivo che non altera l’adattamento all’ambiente o l’ambito relazionale.
Le tre tipologie di danno non patrimoniale appena descritte,comprendono in sé qualsiasi danno dovuto a comportamento ingiusto altrui che produca una sofferenza nella vita dell’individuo, o una lesione dell’integrità psicofisica, o un peggioramento della qualità della vita di un individuo.
Gli ambiti in cui può essere chiesto un risarcimento per danno esistenziale, oltre che per il noto danno morale, sono diversi:
Per una valutazione del danno esistenziale a seguito di uno degli eventi sopra elencati, ci si rivolge allo psicologo giuridico.
Quest’ultimo sarà chiamato alla valutazione dell’entità del danno e lo farà tramite un’approfondita analisi del soggetto in questione, utilizzando non solo l’osservazione e i colloqui clinici, ma anche test di livello, di personalità, proiettivi e neuropsicologici al fine di approntare una valutazione globale che comprenda sia le funzioni mentali primarie di pensiero, sia gli stati emotivi affettivi, sia la visione di sé all’esterno e nelle relazioni.
Dovrà comprendere, con un’approfondita anamnesi, la preesistenza o meno di disturbi psichici, nonché il livello di integrazione sociale, relazionale prima dell’evento che ha portato al trauma. Sottolineare il cambiamento apportato dall’evento traumatico, e quindi le differenze tra l’individuo che era e quello che è diventato è l’obiettivo della consulenza.
Arriverà dunque anche ad un’attenta e approfondita analisi dello stato attuale della persona. Nella sua relazione potrà quantificare l’entità del danno avvalendosi di apposite tabelle, legalmente riconosciute, che vanno dal danno lieve al danno gravissimo.
Non ci sono criteri standardizzati per una valutazione, ma i parametri principali per lo psicologo sono valutare l’entità del cambiamento nell’ambito: della personalità e dell’assetto psicologico; delle relazioni familiari e affettive; delle attività realizzatrici (attività sessuale, ambito lavorativo).
Se quasi tutti ormai conoscono la funzione dello Psicologo Clinico e dello Psicoterapeuta, meno nota a chi non è del settore, è invece quella svolta dallo Psicologo Giuridico, professionista che può essere utilissimo in ambito giudiziario per avvalorare una tesi, muovendosi in ausilio all’Avvocato. Se stai cercando uno Psicologo Giuridico o hai bisogno di informazioni, contattaci presso il nostro studio di Roma.