Dott.ssa Claudia Agostino – Psicologa Psicoterapeuta
Esperta in Dipendenze Patologiche
“Dottoressa la chiamo perché mio figlio ha dei comportamenti strani: non lo riconosco più, è chiuso, scostante, sembra rallentato oppure a volte ha delle reazioni esagerate di rabbia. Ho scoperto che fa uso di stupefacenti e a volte è tornato a casa sconvolto di alcol. Cosa posso fare per aiutarlo?”
Quando le droghe entrano nella vita familiare delle persone sembra che qualcosa si rompa per sempre: tutto sembra crollarci addosso e abbiamo la sensazione di vivere un incubo. Le giornate sembrano susseguirsi come in un vortice fatto di paura, bugie, malumori, confusione e disorientamento. Spesso domina una opprimente sensazione di impotenza, di angoscia e paura per quello che potrebbe succedere in casa e fuori.
L’immagine della tossicodipendenza di un familiare evoca nella fantasia delle persone scenari nefasti e terrificanti, di fronte ai quali sembra che l’unica soluzione si la coercizione a subire cure restrittive oppure l’accettazione passiva della situazione.
La dipendenza da sostanze stupefacenti è una vero e proprio quadro clinico, riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come malattia cronica recidivante.
Quindi è importante intercettare i primi segnali di disagio e chiedere tempestivamente aiuto a servizi e strutture specializzate, che possano garantire una diagnosi ed un trattamento ad ampio raggio.
Quali sono i campanelli di allarme a cui un genitore deve prestare attenzione?
- Sintomi fisici insoliti e non correlabili a specifiche patologie mediche (mal di testa, sintomi gastro-intestinali, ecc)
- Rapidi cambiamenti del tono dell’umore e dei comportamenti
- Alterazione del ritmo sonno-veglia
- Alterazione delle abitudini alimentari
- Tendenza a nascondersi, camuffarsi, alterare la realtà e dire bugie; frequentazioni amicali insolite o atteggiamento evitante e poco chiaro rispetto a queste
- Isolamento sociale e chiusura in casa, oppure atteggiamento di estrema socievolezza e voglia di evadere, trascorrendo molto tempo fuori casa
- Perdita d’interesse per le attività usualmente svolte
- Compromissione delle relazioni sociali ed amicali
- Compromissione della sfera scolastica e lavorativa
- Comportamenti antisociali (piccoli furti, truffe, estorsioni, ecc)
- Fermi da parte delle forze dell’ordine
Cosa fare se tuo figlio assume droghe?
- Non sottovalutare i campanelli di allarme, anche se questo ci provoca angoscia e disorientamento
- Confrontarsi con gli altri familiari e discutere insieme su come affrontare il problema
- Evitare atteggiamenti rigidi, intransigenti ed espulsivi nei confronti del ragazzo che sta manifestando il disagio: la tossicodipendenza è una MALATTIA e NON un VIZIO
- Far sentire al ragazzo la nostra preoccupazione e la nostra vicinanza con atteggiamenti di calda accoglienza, ma allo stesso tempo fermi e decisi a chiedere un aiuto professionale
- Contattare i servizi territoriali deputati alla diagnosi e cura delle dipendenze patologiche come il SerD di appartenenza e/o a strutture specializzate del privato sociale (una delle più accreditate è la Fondazione Villa Maraini di Roma, un vero e proprio “ospedale” per le dipendenze aperto H24 tutti i giorni dell’anno)
- Qualora ci si sentisse disorientati e spaventati rispetto a questo, chiedere sostegno al proprio medico di famiglia o psicologo di fiducia
- Seppure il ragazzo non volesse contattare i servizi, i familiari possono comunque chiedere aiuto presso i servizi pubblici e del privato sociale