L'importanza della frutta secca in una sana alimentazione

Scritto da
Vota questo articolo
(1 Vota)

Oltre ad essere una buona fonte di proteine vegetali, grassi insaturi, fibre, vitamine, minerali e composti antiossidanti, in grado di migliorare la qualità complessiva della dieta, secondo numerose ricerche la frutta secca, consumata abitualmente, può avere un ruolo positivo per la salute.

 

I benefici della frutta secca

Le più recenti novità della ricerca indicano benefici in diverse aree:

Malattie cardiovascolari

Da un ampio studio coorte è emerso che consumare frutta secca almeno 3 volte a settimana può ridurre il rischio di fibrillazione atriale del 18%. Inoltre, secondo una recente revisione il consumo di frutta secca si associa negativamente al rischio di malattia coronarica, infarto del miocardio, morte improvvisa e ictus.

 

Cancro

Uno studio prospettico su soggetti di età compresa tra i 55 e 89 anni ha rilevato come il consumo di oltre 10 gr di frutta secca possa ridurre significativamente il rischio di carcinoma polmonare a piccole cellule negli uomini.

 

Depressione

Da un'analisi all'interno della National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), è emerso che i consumatori di noci avevano dei punteggi relativi alla depressione significativamente inferiori rispetto ai non consumatori di frutta secca e che tale associazione era più forte nelle donne.

 

Sindrome metabolica

Da uno studio longitudinale di 13 anni è emerso che coloro che consumavano maggiori quantitativi di frutta secca avevano un rischio inferiore del 24% di sviluppare sindrome metabolica e una minore gravità della stessa, rispetto a coloro che ne consumavano meno.

Inoltre è stato dimostrato che il consumo di frutta secca aiuta a proteggerci dal rischio di obesità, uno dei fattori predisponenti la sindrome metabolica. 

In che modo la frutta secca aiuta a proteggerci dall'obesità?

Una recentissima review ha messo in evidenza i possibili meccaniimi sottostanti:

  • Meno energia metabolizzabile. A livello sperimentale, è stato dimostrato che noci, mandorle e pistacchi hanno un valore di energia metabolizzabile inferiore a quello attribuito tramite i valori calorici di Atwater (4 kcal per 1 gr di carboidrati e proteine, 9 kcal per 1 gr di lipidi). Il contenuto calorico della frutta secca sarebbe, quindi, sovrastimato rispetto alla realtà.
  • Sostituzione di alimenti e nutrienti meno salutari.
  • Migliore controllo dell'appetito. La presenza sia dei grassi sia delle fibre, rallentando lo svuotamento dello stomaco e l’assorbimento degli zuccheri, aiutano a mantenere sotto controllo la glicemia e prolungano il senso di sazietà. Inoltre, la fibra presente promuove anche la crescita di batteri del microbiota intestinale che, con la fermentazione, producono acidi grassi a corta catena in grado di promuovere la regolazione dell'appetito e la riduzione di un'eccessiva assunzione di energia. Anche la quantità, la tipologia e le tempistiche di consumo possono giocare un ruolo importante.
  • Aumento della termogenesi indotta dalla dieta, ossia l'incremento del dispendio energetico conseguente all'assunzione di nutrienti.
  • Azione dei composti fenolici. I composti fenolici identificati nella frutta secca (stilbeni, tannini, acidi fenolici, aldeidi fenolici e flavonoidi) potrebbero avere un effetto positivo sull'adiposità.
  • Effetti sulla composizione del microbiota intestinale che gioca un ruolo importante sull'adiposità.

 

 

Sì alla frutta secca all'interno della dieta ma fare sempre attenzione alle quantità!

La frutta secca a guscio (mandorle, nocciole, noci, anacardi, pistacchi, noci di macadamia, castagne, arachidi) per via dell'elevata presenza di grassi “buoni” ha un apporto calorico importante per cui è bene moderarne l'assunzione giornaliera. Per godere dei suoi benefici, la dose raccomandata è di 30 grammi al giorno, anche se l'apporto va personalizzato in base alle caratteristiche di ogni individuo in relazione al proprio apporto energetico giornaliero.

 

 

Fonti bibliografiche:

  • W Rockstrom, J., Loken, B., Springmann, M., Lang, T., Vermeulen, S.,..& Jonell, M.(2019), Food in the antropocene: the EAT-Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systes. The Lancet, 393 (10170), 447-492.
  • Larsson, S. C., Drca, N., Bjorck, M., Back, M., & Wolk, A (2018). NUT consumation and incidence of seven cardiovascular diseases. Heart, 104 (19), 1615-1620.
  • Bitok, E., & Sabaté, J. (2018) Nuts and Cardiovascular Disease. Progress in cardiovascular diseases,61,33-37.
  • Hassannejad, R., Mohammadifard, N., Kazemi, I., Manourian, M., Sadeghi, M., Roohafza, H., & Sarrafzadegan, N (2018). Long-term nuts intake and metabolic syndrome: A 13 year longitudinal population-based study. Clinical Nutrition.
  • Nieuwenhuis, L., & van den Brandt, P. A (2019). Nut and peanut butter consumation and the risk of lung cancer and its subtypes: A prospective cohort study. Lung Cancer, 128,57-66.
  • Arab, L., Guo, R., & Elashoff, D. (2109). Lower Depression Scores among Walnut Consumers in Nhanes. Nutrient, 11(2),275;
  • Tindall, A. M., Petersen, K.S., Lamendella, R., Shearer, G, C., Murray-Kolb, L. E., Proctor, D. N., & Kris- Etherton, P. M. (2018). Tree Nut Consumption and Adipose Tissue Mass: Mechanism of Action. Current developments in nutrition, 2(11), nzy 069.
PsyMed

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Contatta i nostri nutrizionisti

  • cell. 333 40 95 417…
    Website Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Segui PsyMed Roma Centro Polispecialistico Area Psicologica e Medica