Dott.ssa Taccone Annunziata Biologa e Nutrizionista a Roma

Dott.ssa Taccone Annunziata Biologa e Nutrizionista a Roma

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Dott.ssa Annunziata Taccone, Biologa e Nutrizionista a Roma

Sono una Biologa Nutrizionista con laurea quinquennale (3+2) in Biologia ed Evoluzione Umana conseguita nel 2011 presso l’università di Roma Tor Vergata.

I corsi di perfezionamento post-lauream e il successivo Esame di Stato mi hanno permesso di conseguire l’abilitazione all’esercizio della professione di Biologo Nutrizionista (matricola numero AA 068106), per dedicarmi così alla mia più grande passione, l’alimentazione!

Da subito ho iniziato ad esercitare da Nutrizionista presso un’azienda di vendita di integratori dietetici naturali, prima a Roma, poi a Padova e successivamente ho avviato la libera professione.

Nel 2013 ho iniziato una collaborazione nel reparto di auxoendocrinologia pediatrica dell’ospedale civile di Avezzano (Aq), in ambito Diabetologico e Obesità infantile. La mia esperienza con i più piccoli ha avuto seguito durante l’arco dell’anno scolastico 2015-2016 in una scuola primaria  di Celano (Aq), con un progetto di educazione alimentare. Nello stesso anno ho avviato un programma di prevenzione alla salute dei denti, collaborando con uno studio dentistico, presso alcune scuole primarie. Nel 2019 ho collaborato con la scuola calcio Avezzano per ragazzi.

Nel 2016 insieme ad un team di psicologi e medici mi sono inserita all’interno di un progetto di Sostegno all’Allattamento ospedaliero, dove ho partecipato alla stesura di un libricino informativo per neomamme.

Da febbraio 2017 ho una rubrica tutta mia “Alimentazione e Salute” su un periodico distribuito in provincia dell’Aquila “Il Piccolo Marsicano”.

Nel 2018 ho fondato un’associazione con colleghi abruzzesi, BioPass Abruzzo, di cui sono il vicepresidente, con lo scopo di fare divulgazione scientifica.

Ho partecipato a diversi convegni anche in qualità di relatore e promosso giornate di prevenzione alla salute con l’associazione ed enti esterni.

Gestisco una pagina personale su facebook (dottoressa Annunziata Taccone) in cui propongo articoli di carattere nutrizionale, curiosità, idee di piatti per promuovere e sostenere uno stile di vita il più sano possibile.

Ad oggi sono in costante aggiornamento sui diversi temi della nutrizione.

Il mio lavoro si basa prevalentemente su un percorso di EDUCAZIONE ALIMENTARE che mira al cambiamento del proprio stile di vita, attraverso la promozione di un’alimentazione di QUALITA’ e il più naturale possibile

I miei studi professionali sono a RomaCelano (Aq), Avezzano (Aq) e Scanno (Aq). Effettuo anche visite a domicilio. 

Attualmente si occupa di:

  • Consulenza nutrizionalecon valutazione dello stato di nutrizione e dei fabbisogni nutritivi (rivolta a bambini, adolescenti, adulti e anziani)
  • Analisi antropometrica e della composizione corporeamediante bioimpedenziometria (Peso, altezza, circonferenze vita/fianchi/coscia, massa grassa/magra/stato di idratazione, valutazione del BMI e rischio metabolico)
  • Elaborazione di piani alimentari personalizzati(per qualsiasi condizione fisiologica e/o patologica come sottopeso/sovrappeso/obesità, gravidanza/allattamento, menopausa, allergie/intolleranze, età pediatrica/adolescenza, ipercolesterolemia, ipertensione, diabete, gotta, reflusso gastroesofageo e patologie varie)
  • Elaborazione di piani per vegetariani/vegani, sportivi e riabilitazione dietetica post-bariatrica.
  • Percorso di educazione alimentare personalizzato(supporto nella realizzazione di piatti e ricette sfiziose)
  • Corsi didattici di educazione alimentaresoprattutto pediatrici (individuali o a gruppi)

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Lunedì, 04 Dicembre 2023 21:49

TUTTE LE PROPRIETA’ E I BENEFICI DEL CACHI

Proprietà dei cachi: i benefici per la salute

dott.ssa Annunziata Taccone, Biologo Nutrizionista

 

Il cachi è un frutto tipicamente autunnale, delizioso e ricco di benefici per la salute. Questo frutto arancione, noto anche come "Diospyros kaki", è originario della Cina e si è diffuso in molte regioni del mondo grazie al suo sapore dolce e alla sua consistenza succosa. Tra le varietà più comuni ci sono i cachi di tipo "vaniglia" con caratteristiche uniche. Dal punto di vista nutrizionale, il cachi è una fonte eccellente di vitamina A, vitamina C e vitamina K. Contiene anche minerali importanti come il potassio e il manganese. Questi nutrienti contribuiscono al mantenimento della salute degli occhi, del sistema immunitario e al corretto funzionamento del sistema circolatorio.

Ma i cachi sono spesso demonizzati come frutto perché ritenuti ipercalorici. Il motivo risiede nella presenza di fruttosio, lo zucchero della frutta. Un cachi davvero grande (200 grammi) contiene circa 30 grammi di zuccheri, che sono pochi di più di una confezione media di cracker e la metà di quelli contenuti in un piatto di pasta medio. Quindi il cachi è tra i frutti più zuccherini ed infatti si consiglia di consumarlo al pasto insieme a una quota di proteine (carne, pesce, uova, formaggio, semi oleosi) per ridurne l’impatto sulla glicemia. Va sottolineato che oltre agli zuccheri semplici i cachi hanno una buona quota di fibre, come tutta la frutta, che contribuisce a controllare la glicemia.

Dunque, anche chi soffre di diabete o ha problemi nel controllo della glicemia può consumare con parsimonia questo frutto così prezioso. Inoltre la fibra ha un effetto di stimolo della salute intestinale e di protezione nei confronti, ad esempio, di patologie neoplastiche dell'ultimo tratto del canale digerente. La concentrazione più alta di antiossidanti dei cachi sta nella buccia: ciò conferisce proprietà antinfiammatorie. Positiva sarebbe anche l'azione a livello cutaneo: la proantocianidina presente nella buccia preserverebbe i fibroblasti dal danno, aiutando a mantenere la salute e la buona consistenza della pelle. Un aspetto interessante dei cachi è la loro consistenza gelatinosa quando sono maturi. Questo è dovuto alla presenza di pectina, una fibra naturale che offre diversi benefici per la salute intestinale.

Consumare regolarmente cachi può contribuire a mantenere la salute del sistema digestivo e a prevenire problemi come la stitichezza. I cachi possono essere gustati freschi, ma sono anche utilizzati in molte ricette. Oltre ai benefici nutrizionali, i cachi sono associati a diversi aspetti culturali. In Giappone, ad esempio, il termine "kaki" è utilizzato per indicare sia i cachi stessi che il colore arancione. Questo colore è spesso associato alla fortuna e alla prosperità, rendendo i cachi un simbolo positivo in molte tradizioni. In conclusione, il cachi non è solo un frutto delizioso ma anche una preziosa fonte di nutrienti essenziali.

Con la sua versatilità in cucina e i numerosi benefici per la salute, il cachi merita di essere incluso nella dieta quotidiana per godere appieno dei suoi vantaggi. Nessuna paura dunque nell'utilizzo del cachi la cui potenza antiossidante supera assolutamente in vantaggi il contenuto di zuccheri.

Giovedì, 21 Settembre 2023 20:32

Il lato oscuro dei DOLCIFICANTI

Dolcificanti artificiali & Sostituti dello zucchero

dott.ssa Annunziata Taccone, Biologo Nutrizionista

 

I dolcificanti sono sostanze che vengono aggiunte agli alimenti o bevande per conferire il caratteristico sapore dolce. In commercio esistono diversi tipi di dolcificanti che possono essere divisi in due grandi gruppi: i dolcificanti NATURALI e i dolcificanti ARTIFICIALI.

Tra i dolcificanti NATURALI troviamo il Miele, il Fruttosio, il Saccarosio comunemente chiamato Zucchero, il Sorbitolo, lo Xilitolo, lo Sciroppo d’acero/agave e la ben nota Stevia. Ultimamente il consumo di Stevia è lievitato: si tratta di un dolcificante dalle mille proprietà in quanto non ha calorie, non innalza i livelli di zuccheri nel sangue ed ha un potere dolcificante 200 volte maggiore del comune zucchero. Di contro però ha un retrogusto di liquirizia, non gradito da tutti, abitua il palato al consumo di cibi sempre più dolci e spesso viene venduto non nella sua forma pura ma mescolato con altri zuccheri come l’eritritolo che, in eccesso, può avere effetti negativi a livello intestinale. Quindi attenzione: “naturale” non è sempre sinonimo di buono!

Tra i dolcificanti ARTIFICIALI ci sono  l’Acesulfame K, i Ciclamati, la Saccarina, e il ben noto Aspartame. Questi ultimi sono quelli creati in laboratorio e nascono proprio per soddisfare le richieste dei pazienti diabetici. Infatti i dolcificanti artificiali non causano aumenti di glicemia (aumento degli zuccheri nel sangue) e per questo sono ben tollerati dai soggetti con diabete. Inoltre essi non contengono calorie, per questo spesso usati come sostituti nelle preparazioni industriali di dolci “senza zuccheri” o comunque dietetici, e hanno anche un potere dolcificante maggiore rispetto al comune zucchero: questo vuol dire che ne basta una minima quantità per avere l’effetto del dolce.

Visto l’enorme potere dolcificante degli zuccheri artificiali (l’Aspartame è 170 volte più dolce dello zucchero e la Saccarina ben 450-600 volte), anch’essi hanno un effetto diseducativo sul gusto del dolce: siccome dolcificano di più, spingono il nostro palato  a ricercare esattamente quel grado di dolce e ciò, a lungo termine, può porre le basi per malattie metaboliche, sovrappeso, obesità. Inoltre questi dolcificanti stimolano il pancreas a sintetizzare più insulina: l’iperinsulinemia porta ad un aumento del senso dell’appetito e predispone a patologie quali il diabete.

Uno studio indica che, paradossalmente, chi fa un uso smodato di alimenti o bevande con dolcificanti si ammala di più di diabete rispetto a chi non ne consuma. Infine se da un lato è stata ampiamente dimostrata la sicurezza dei dolcificanti artificiali, dall’altro non esistono ancora studi sulla tossicità del loro consumo cronico a lungo termine e a dosaggi elevati. Uno studio condotto dall’Università di Israele e di Singapore pubblicato su Molecules dimostra che alcuni dolcificanti artificiali comuni hanno un effetto tossico sul microbioma, un organo presente nel tratto intestinale le cui alterazioni sono state associate a condizioni e malattie come obesità, steatosi epatica, allergie e malattie autoimmuni.

In conclusione posso affermare che non esiste il dolcificante perfetto: sia i naturali, sia gli artificiali hanno pro e contro che devono essere gestiti.

Il mio consiglio è quello di non eccedere con gli zuccheri nella dieta quotidiana e abituarsi il più possibile a gusti meno dolci. Solo così facendo nel momento in cui ci si concede un dolce ci si può permettere di non badare al tipo di zucchero contenuto: in quanto eccezione alla dieta non ha senso puntualizzare!

Pasqua, come scegliere l'uovo di cioccolato

dott.ssa Annunziata Taccone, Biologo Nutrizionista

 

Ci siamo, la Pasqua è arrivata e tra le tante meraviglie culinarie che imbandiranno le nostre tavole non può di certo mancare l’uovo di cioccolato: una dolce tradizione irrinunciabile per bambini e adulti. Tra gli scaffali del supermercato negli anni si sono moltiplicate le tipologie di uova pertanto, ad oggi, è difficile riuscire a scegliere un prodotto di qualità e non essere attratti soltanto dagli incarti colorati o dalle sorprese all'interno. Anche se i bimbi sono più interessati alla sorpresa, è comunque bene far attenzione alla qualità del cioccolato per evitare indigestioni.

 

La prima cosa da valutare è la QUALITA’ del cioccolato. Per capire la qualità di un uovo di Pasqua è necessario leggere le etichette. In particolare, prestiamo attenzione alle percentuali di cacao, ai grassi, agli zuccheri e ad eventuali aromi o sostanze aggiunte che troviamo nella composizione. Generalmente, un elevato quantitativo di cacao e una lista di ingredienti relativamente ridotta indicano che il cioccolato dell'uovo in questione è pregiato e di alta qualità e anche più costoso.

In ordine, in etichetta devono comparire:

1.PASTA DI CACAO: è la componente più importante che determina l’aroma ed è quella che dovrebbe essere presente in grandi quantità.

2.BURRO DI CACAO: è la componente grassa del cacao, che serve per rendere morbido il cioccolato e dare quella sensazione di scioglievolezza al palato. E’ composto di grassi saturi ma anche di grassi insaturi, come l’acido oleico, amici della salute.

3.ZUCCHERO: per legge, il cioccolato deve possedere almeno l’1% di zucchero per poter essere venduto. Alcune volte lo zucchero è sostituito da dolcificanti come acesulfame, aspartame, ecc., e questo determina un’alterazione del gusto finale. Sicuramente non viene utilizzato il dolcificante su di un cacao pregiato. 4.AROMI: la Vaniglia sottoforma di baccello o estratto è l’aroma più pregiato, ma anche il più costoso. Spesso è sostituita dalla vanillina, derivante da sostanze vegetali che non hanno nulla a che fare con la vaniglia.

5.LECITINA DI SOIA: estratta dalla soia o dal tuorlo d’uovo, è usata per emulsionare il cioccolato durante la lavorazione. E’ inerte in quanto non conferisce alcun sapore, né odore al cioccolato stesso. E’ spesso aggiunta per ridurre la quantità di burro di cacao, decisamente più costoso in quanto più pregiato.

6.CACAO IN POLVERE: è la parte secca del cacao, ottenuta per separazione dal burro di cacao. Dà intensità e forza al cioccolato.

Infine i cioccolati più economici contengono anche GRASSI VEGETALI come olio di palma o cocco, che ne abbassano notevolmente la qualità.

L'uovo di Pasqua e l'importanza del tipo di cioccolato

La seconda cosa da valutare è la TIPOLOGIA di cioccolato: al latte o fondente? Certamente un cioccolato fondente e con una buona percentuale di cacao ha sicuramente meno calorie di uno al latte, ma se il bambino preferisce quest’ultimo niente panico: si tratta sempre di un dolcetto, dunque a far la differenza è la quantità assunta.

Attenzione alla QUANTITA’ di cioccolato ingerita. Spesso i bimbi vengono sommersi da quantitativi esagerati di uova dai parenti pertanto si ritrovano a consumare quantitativi eccessivi di cioccolato anche nei giorni successivi alla festa.  Ricordiamoci che il cioccolato, al di là delle magnifiche proprietà legate al cacao, è pur sempre un dolce e come tale, se consumato in eccesso, rischia di farci ingrassare. Il mio consiglio è di conservare il cioccolato avanzato in contenitori ben sigillati e consumarlo pian piano per il restante mese. Il cioccolato, nella quantità di 10-20 grammi, può essere aggiunto a yogurt bianco per la colazione o associato a frutta secca o fresca per uno spuntino più energetico. Un’alternativa potrebbe essere quella di congelarlo ed utilizzarlo man mano per la preparazione di dolcetti fatti in casa.

Pochi e semplici consigli per scegliere al meglio le uova di cioccolato per i nostri bambini.

BUONA PASQUA!!

BUFALE A TAVOLA.

Da poco ci siamo lasciati alle spalle le festività natalizie e, con esse, gli stravizi alimentari. Ora è tempo di rimettersi in sesto e, magari, di buttare giù qualche chiletto accumulato. Ma attenzione: nella decisione di far fronte a questo danno, spesso ci si lascia travolgere dai rimedi dell’ultimo momento.

Improvvisamente si resta affascinati da diete dimagranti che promettono di far recuperare la forma fisica nei tempi desiderati, si ricorre ad integratori, miscele e pozioni magiche che millantano di sgonfiare, detossificare, bruciare i grassi come non mai, si resta attratti da cibi miracolosi che promettono di risolvere il nostro problema, qualunque esso sia! Ce ne sarebbero di miti e false credenze da citare!! Vediamone qualcuna!

 

LA DIETA SENZA GLUTINE E’ PIU’ SALUTARE.

Purtroppo l’intolleranza al glutine è un problema serio. In Italia sono circa 200 mila le persone celiache. La celiachia è una condizione permanente in cui il soggetto che ne risulta affetto è costretto ad eliminare il glutine dalla sua dieta. Ma la dieta gluten free sembra essere diventata una moda: c’è chi pur non avendo diagnosi di malattia, esclude i cibi che contengono glutine dalla sua dieta perché mosso dalla convinzione di poter dimagrire o di far funzionare meglio il proprio organismo.

Niente di più sbagliato! Non ho nulla da dire a chi, nell’ambito di un’alimentazione sana, introduce cibi che sono naturalmente privi di glutine, come gli pseudo-cereali grano saraceno, amaranto, quinoa o il riso. Condanno invece apertamente chi va ad acquistare appositamente i cibi aglutinati confezionati, convinto di fare del bene a se stesso.

Questi cibi hanno spesso più grassi saturi, un indice glicemico più alto, sono più calorici e saziano poco. Consumarli senza essere celiaci può contribuire all’aumento del peso ponderale, può portare a serie carenze nutrizionali, oltre che a contribuire ad alimentare le multinazionali. Inoltre, il consumo di cibi senza glutine per tempi prolungati può portare a modificare la flora batterica intestinale permanentemente, anche con gravi conseguenze. Quindi, scelte consapevoli, non modaiole!

 

LO ZUCCHERO DI CANNA E’ MEGLIO DI QUELLO BIANCO.

Lo zucchero di canna è ottenuto da una pianta di origine tropicale, la canna da zucchero. Lo zucchero bianco è ottenuto dalla lavorazione della barbabietola da zucchero. Diversi sono i processi di estrazione dello zucchero: la lavorazione dello zucchero bianco comporta una perdita di micronutrienti, che invece vengono preservati durante la lavorazione dello zucchero di canna integrale.

Però appunto, lo zucchero di canna deve essere integrale (non grezzo)!! Esistono tuttavia tipi di zucchero di canna addizionati con un colorante detto caramello ammoniacale (E150) per accentuare la colorazione bruno-dorata, oppure casi di truffa in cui lo zucchero bianco è stato colorato con E150 e commercializzato come (falso) zucchero di canna.

Da un punto di vista calorico, non ci sono grandi differenze tra i due: 100 g di zucchero bianco danno 392 kcal mentre 100 g zucchero canna danno 377 kcal: praticamente uguale! Quindi invece di pensare di dover sostituire lo zucchero bianco con quello integrale, proviamo a diminuirne la quantità: questo sicuramente gioverà di più alla nostra salute!

 

IL SUCCO DI FRUTTA PUO’ SOSTITUIRE LA FRUTTA FRESCA.

Questo obbrobrio accade soprattutto con i bambini e ragazzi. Diciamo che se quello in commercio fosse un vero succo derivato dalla frutta, quasi potrei accettare lo scambio, anche se non sempre. Il punto è che spesso si tratta di bevande che sono ricche in zuccheri aggiunti, aromi e coloranti e quindi di frutta hanno ben poco!

Diverse sono le diciture che si possono leggere sulle confezioni, come “nettare di frutta”, “succo e polpa di frutta”, “succo da concentrato”: in tutti i casi si tratta di miscele di acqua e frutta, zuccheri e conservanti. Dunque, diamo ai nostri ragazzi frutta fresca, solo così potremo garantire vitamine, sali minerali e fibre con pochi zuccheri!

 

LO ZENZERO AIUTA A DIMAGRIRE.

Lo zenzero è una spezia orientale che da poco è entrata a far parte anche della cultura occidentale. E’ costituito da più di 300 elementi chimici tra cui oli essenziali, pectine, fenoli, antiossidanti, ognuno con un effetto benefico sul nostro corpo. Vanta innumerevoli proprietà: favorisce la digestione grazie al gingerolo, è antibatterico, aiuta nella nausea anche gravidica, è un antinfiammatorio naturale soprattutto delle articolazioni. Si oppone efficacemente al mal di denti e mal di testa. Di contro però non è adatto a chi soffre di ulcere, gastriti e calcoli biliari.

E per quanto riguarda il dimagrimento? Purtroppo non ci sono dati scientifici che supportano questo aspetto. Quindi, usiamolo pure per godere di tutti i suoi veri effetti benefici, ma sempre con attenzione: naturale non è sempre sinonimo di buono, sicuro e innocuo per la salute!!

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Se desideri approfondire la tematica contattami per una consulenza nutrizionale, avrai modo di approfondire la conoscenza e l’importanza degli alimenti, potrai migliorare il tuo  stato di nutrizione, le tue abitudini alimentari e correggere i comportamenti alimentari scorretti che possono avere effetti sulla salute.

Rivolgersi ad un nutrizionista permette di definire e iniziare un percorso di riabilitazione o anche solo di rieducazione nutrizionale, tesa a correggere idee distorte, false convinzioni sui concetti di alimentazione, nutrizione, metabolismo.

Giovedì, 04 Novembre 2021 12:59

L'autunno…e il profumo delle castagne

dott.ssa Annunziata Taccone, Biologo Nutrizionista

 

Le castagne, uno degli alimenti tipici di questa stagione autunnale! Tante sono le sagre e le feste nei dintorni organizzate in loro onore.

C’è chi le preferisce bollite, chi arrostite, chi essiccate. Ne esistono tante varietà ed il periodo di raccolta inizia proprio con l’autunno. In cucina la castagna è versatilissima: si presta bene sia nei piatti salati come zuppe o minestre o arrosti, ma è molto usata anche in pasticceria. Gustosa e super energizzante, è un vero e proprio toccasana per la salute. Grazie ai suoi preziosi nutrienti, la castagna è in grado di rafforzare le difese dell’organismo e ricarica di energia nei mesi che precedono l’inverno. La castagna è classificata come frutto anche se atipico: ha un quantitativo di acqua inferiore ed è molto concentrata in amidi. In particolare ha il 48,6 % di acqua, molti carboidrati e fibre e poche proteine e grassi. I minerali presenti nelle castagne sono Sodio, Calcio, FosforoMagnesio, Ferro, PotassioZinco e Rame. Anche le vitamine sono abbondanti: tra di esse, la vit.A, vit.C e numerose vitamine del gruppo B.

Proprio per questa ricchezza in micronutrienti, le castagne hanno tanti benefici che vanno sfruttati, con una particolare attenzione alle calorie!

Tante sono le credenze che ruotano intorno a questo frutto: vediamone qualcuna!

LE CASTAGNE SONO CONTROINDICATE NELLE DIETE?

E’ vero: le castagne non sono frutti IPO-calorici! L’apporto calorico delle castagne varia a seconda di come vengono consumate. Per 100 grammi di castagne fresche l’apporto calorico è pari a 200 Kcalorie. Se prendiamo invece in considerazione quelle bollite le calorie scendono a 130, le caldarroste 190 e quelle secche 290. Considerato che in un etto ci sono più o meno otto frutti, si capisce bene che fare una scorpacciata di castagne, soprattutto se secche, non fa tanto bene alla linea! Tuttavia fondamentale è sapere la quantità che si può assumere giornalmente in base al proprio piano dietetico e al grado di attività fisica.

MEGLIO MANGIARE CASTAGNE CRUDE O COTTE?

Decisamente più digeribili quelle cotte e senza la pellicola interna. Ancora meglio se bollite per via del contenuto calorico più basso (a parità di grammi, s’intende!). Se cotte al forno o arrosto bisogna sempre stare attenti alla temperatura per evitare lo sviluppo di sostanze tossiche dovute alla bruciacchiatura.

LE CASTAGNE CONTENGONO MOLTI GRASSI?

In realtà spesso dal punto di vista merceologico sono considerate frutta secca, ma si differenziano da essa proprio per il basso contenuto in grassi.

QUANDO MANGIARE LE CASTAGNE?

Sono ricche in amido e minerali per cui forse l’ideale sarebbe a colazione o nella prima parte della giornata, o dopo una intensa attività fisica. Per cultura, però, siamo abituati a consumarle dopo un pasto come il pranzo o la cena. Dunque che fare? Essendo dal punto di vista nutrizionale molto simili a cereali e patate, per minimizzare i danni di un eventuale carico calorico eccessivo, sostituiamole al pane magari!

UN DOLCE FATTO CON LE CASTAGNE CONTIENE MENO CALORIE?

Dipende sempre dalla “forma” in cui le castagne sono presenti! Se si tratta di marron glacé direi di no, ma se invece si tratta di farina di castagna allora (forse) sì, ma dipende poi da tutti gli altri ingredienti. C’è da dire inoltre che la farina di castagne ha un indice glicemico medio grazie al buon contenuto di fibre per cui non incide “troppo” sulla glicemia.

In conclusione quindi, godiamoci pure le castagne, purchè di buona qualità, senza esagerazioni e sfruttando la loro stagionalità.

dott.ssa Annunziata Taccone, Biologo Nutrizionista a Roma

 

Quante volte ci è capitato di vedere sulle confezioni di cibo la dicitura “senza zuccheri aggiunti” e magari di preferire quel prodotto ad un altro per questo motivo? Diverse volte sicuramente.

In un’epoca come quella di oggi in cui l’attenzione alla linea e al cibo è diventata quasi maniacale, anche l’industria alimentare si è adeguata a queste nuove necessità. Diversi prodotti confezionati infatti riportano in bella vista frasi accattivanti che inducono il consumatore sempre più attento a preferire quel prodotto ad un altro. Si ritrovano per esempio frasi come “senza zuccheri” o “con meno il 3% di grassi” o “light” o “senza olio di palma”. Queste frasi stampate sono di certo legali, ma sono altrettanto fuorvianti.

Per esempio “light”, che dall’inglese vuol dire “leggero”, implica che il prodotto sia più leggero per la linea, in particolare che il suo contenuto calorico sia stato ridotto di 1/3 rispetto a quello dell’equivalente prodotto “normale”. Questo dunque può anche essere vero, ma implica tutta una serie di fatti che il consumatore ignora, per esempio che una riduzione di un ingrediente o nutriente comporta sempre una sostituzione o un aumento di qualcos’altro: parliamo di prodotti confezionati che, per essere venduti, devono mantenere la stessa appetibilità e consistenza.

Tipi di zuccheri: quanti ne esistono?

Quando leggiamo invece “senza zuccheri” o “senza zuccheri aggiunti” intendiamo che il prodotto non ha zuccheri o che sono stati ridotti e cioè che il prodotto sia più salutare. In realtà il prodotto ha zuccheri ma ne contiene altri definiti edulcoranti come i naturali maltosio, sucralosio, sciroppo di glucosio o gli artificiali aspartame, saccarina, ciclamato, che non hanno calorie ma comportano tutta una serie di altri problemi; si discute, per esempio, ancora l’effetto neurotossico dell’aspartame, largamente usato da “chi è a dieta”!

La legge italiana classifica come zuccheri solo il glucosio, il saccarosio e il fruttosio. Tutti gli altri edulcoranti, siano essi naturali o artificiali, non rientrano in queste categorie per cui le aziende possono inserirli tranquillamente senza incappare in sanzioni di alcun tipo.

Per esempio, nelle etichette dei succhi di frutta “senza zuccheri aggiunti” si ritrovano spesso ingredienti come il succo di mela o il succo d’uva, o il sucralosio, il maltitolo, l’estratto di malto. Essi sono comunque zuccheri aggiunti alla preparazione, anche se non compare chiaramente la scritta zuccheri sulla confezione.

Ma tutti questi sostituti dolcificanti generano una risposta nel nostro organismo simile allo zucchero: fanno cioè aumentare la glicemia nel sangue, stimolano il pancreas a produrre insulina, alterano la flora batterica intestinale e creano dipendenza.

Come agisce lo zucchero

Esattamente come fa lo zucchero, essi stimolano il Circuito del Piacere situato alla base del nostro cervello, inducendoci ad un consumo smodato di essi. Inoltre, alcuni tra i sostituti dello zucchero aggiungono calorie all’alimento e ciò può contribuire al sovrappeso, all’obesità e predispone a patologie come quelle cardiovascolari, all’osteoporosi, alla steatosi epatica, al diabete, ai tumori.

Quindi ricapitolando bisogna essere critici nei confronti di certe diciture presenti sulle confezioni di ciò che acquistiamo.

Il mio consiglio è quello di non fidarsi e di leggere sempre le etichette per “scovare” eventuali false credenze. Essere più attenti ci aiuta a scegliere meglio per il nostro benessere, d’altronde si tratta della nostra salute, non lasciamoci ingannare!!

Consigli utili per una dieta senza zuccheri in eccesso 

La soluzione migliore per avere un dieta sana ed equilibrata e in genere una dieta senza zuccheri in eccesso, resta sempre quella di affidarsi a un professionista della nutrizione che possa valutare i propri fabbisogni nutrizionali evitando le misure fai da te, le diete estreme e le rinunce assolute di qualche tipologia di alimento.

Soprattutto se si vuole intraprendere un percorso duraturo è necessario creare un piano alimentare equilibrato evitando le assolute rinunce che potrebbero avere un effetto controproducente innescando meccanismi di tentazione verso quello specifico alimento innescando frustrazione e il fallimento. Al contrario un professionista della nutrizione è in grado di elaborare un piano dietetico equilibrato e personalizzato sulle proprie necessità ovvero una dieta personalizzata in linea con il proprio stile di vita.

Martedì, 13 Aprile 2021 17:34

7 Semplici mosse per riconquistare la linea

dott.ssa Annunziata Taccone, Biologo Nutrizionista

 

Pasqua è ormai alle spalle e la primavera è ormai inoltrata. Non sentite anche voi quella voglia di rimettersi un po' in forma? Accantoniamo dolci, dolcetti e le rimanenze pasquali: congeliamo ciò che è possibile, sbarazziamoci di tutto il resto. Così facendo già si risolve il problema principale: RESISTERE ALLE TENTAZIONI!!

7 consigli per dimagrire

Rimettersi in forma non è poi così complicato, basta solo volerlo. Ecco dunque 7 semplici mosse da seguire per una perfetta remise en forme!!

  1. DEPURAZIONE. Consideriamo che per depurare veramente un corpo occorrono mesi di dieta equilibrata, però possiamo iniziare a perdere le tossine accumulate e drenare i liquidi con alcuni accorgimenti. Beviamo almeno 2 litri di acqua naturale al giorno, aiutiamoci con tisane a base di cardo mariano, tarassaco, betulla, equiseto, finocchio, rigorosamente senza zucchero, consumiamo 5 porzioni al giorno tra frutta e verdura solo di stagione, evitiamo gli alcolici.
  2. DIETA VARIA. In condizioni fisiologiche tutti gli alimenti devono essere consumati e ruotati. Prediligiamo i tagli magri di carne, consumiamo almeno 3 porzioni a settimana di pesce per garantirci il giusto apporto di omega 3 che esplicano una azione antinfiammatoria. Aumentiamo l’introito di proteine vegetali attraverso i legumi come lenticchie, ceci, fagioli, soia, fave. Non dimentichiamoci di associare tanta verdura ai pasti principali. Scegliamo frutta di stagione: 2 porzioni al giorno sono sufficienti per fare il pieno di vitamine e sali minerali senza assumere troppi zuccheri semplici.
  3. NO A DIETE FAI DA TE. Internet è strapieno di consigli alimentari, soprattutto in questo periodo. Purtroppo non esistono rimedi efficaci capaci di farci smaltire gli eccessi di questi giorni o dell’intero inverno. Il dimagrimento e il benessere vanno guadagnati con fatica e sudore. Attenzione a diete iperproteiche o sbilanciate nei nutrienti in quanto potrebbero portare a perdita di massa metabolicamente attiva, impedendo così il dimagrimento.
  4. NO A DIGIUNI. La pratica del digiuno è una moda negli ultimi tempi, ma deve essere fatta con criterio. Il digiuno fai da te invece può innescare processi di risparmio energetico: l’organismo, in assenza di certi nutrienti, cerca di consumare meno energia possibile, inattivando processi vitali come la sintesi di proteine. Il risultato è una minore spesa energetica e quindi una riduzione della perdita della massa grassa, cioè l’esatto contrario del risultato sperato!
  5. SPORT. Oltre agli effetti benefici che tutti conosciamo, l’attività fisica ci regala benessere mentale, ci aiuta a consumare un po' di calorie e ci permette di distrarci dal cibo. L’attività migliore? Quella che si sente “propria”: non ce n’è una migliore dell’altra, si può iniziare da una camminata a passo svelto fino ad arrivare a fare un’escursione in montagna, in base alle proprie necessità e allo stato di salute.
  6. A TAVOLA. Masticare lentamente permette di ingurgitare meno cibo grazie all’attivazione dei centri fame-sazietà situati nel cervello. Ridimensioniamo le porzioni e orientiamoci verso i piatti unici. Consumiamo i pasti alla stessa ora del giorno, evitiamo distrazioni a tavola come smartphone o tv, riscopriamo il piacere di conversare e di godere della compagnia dei nostri commensali.
  7. PULIZIA DEI DENTI. Pezzetto di cioccolato nel dopo pranzo? Dolcetto dopo cena? A volte è difficile frenare le “voglie”. Una volta terminato il pasto, consiglio di lavarsi i denti: questo non solo assicurerà una buona igiene orale tenendo lontano il rischio di carie, ma permetterà di stare alla larga dalla tentazione zuccherina di cui proprio non riusciamo a fare a meno. Provare per credere!!
Giovedì, 18 Febbraio 2021 16:27

Quanti fosfati dai al tuo bambino?

Dott.ssa Annunziata Taccone, Biologo Nutrizionista

I FOSFATI, chimicamente parlando, sono composti del fosforo naturalmente presenti nell'organismo umano e costituiscono nutrienti essenziali per la nostra alimentazione. Essi dunque sono presenti in cibi naturali ma nell’Unione Europea i fosfati sono autorizzati anche come additivi nell’industria alimentare: vengono aggiunti alle preparazioni con le funzioni di emulsionanti, antiossidanti e per migliorarne la consistenza rendendole più appetibili. Li ritroviamo nei formaggi fusi, nelle bevande aromatizzate analcoliche, nelle carni preparate, nei piatti pronti, nelle zuppe in scatola, nei tè e infusioni solubili, nei prodotti panati, insaccati e affettati, nei prodotti a base di farine di patate, nei prodotti dolciari, negli integratori alimentari e persino nel latte in polvere usato come preparazione per i lattanti. E’possibile riconoscerne la presenza in quanto sono contrassegnati in etichetta dalla dicitura E338, E339, E340… fino a E545, sigle che stanno per fosfati di calcio, o magnesio, o potassio, o ammonio o tri-poli-fosfati.

Fosfati nella dieta di bambini e adolescenti 

Studi non tanto recenti hanno dimostrato che ingerire troppi fosfati provoca problemi gravi alla salute. Negli adulti un eccesso determina problemi cardiovascolari, in quanto porta ad un indurimento delle pareti dei vasi, e provoca disfunzioni renali. Nei più piccoli un eccessivo consumo di questa sostanza è associato alla sindrome da deficit di attenzione e iperattività, nota come ADHD. In particolare, l’eccesso di fosfato blocca la secrezione della noradrenalina ormone che controlla e regola il flusso di impulsi nervosi al cervello. La Noradrenalina assicura il collegamento anche tra la neocorteccia (la sede del pensiero, sede dell’analisi e della creatività) e il cervello limbico (la sede delle emozioni). Di conseguenza l’interruzione di questo circuito determina nella persona una mancanza di freni inibitori ai suoi impulsi, senza essere in grado di gestire e di comportarsi in modo “normale”. 

Purtroppo negli ultimi anni si stima che la presenza dei fosfati negli alimenti industriali sia aumentata esponenzialmente (fino al 300% in 10 anni) e di conseguenza anche il loro consumo, a causa dell'uso smodato che facciamo di cibi confezionati e poco naturali. Per questo motivo l’EFSA ha stabilito una dose massima giornaliera tale da minimizzare il più possibile l'insorgenza di queste problematiche. Nel 2019 il gruppo scientifico ha dedotto una dose giornaliera globale ammissibile di 40 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo (mg/kg di peso corporeo) al giorno ( 2,8 grammi di fosforo/giorno per un adulto medio di 70 kg di peso corporeo). Questa quantità tiene conto del probabile apporto di fosforo da tutte le fonti, sia quelle naturali sia gli additivi alimentari e vale per individui sani, senza disfunzioni renali.

Ma nonostante queste indicazioni, si fa un consumo ancora troppo eccessivo di fosfati!

Il problema è che capire l’esatta quantità di fosfati che si assume quotidianamente non è semplice, in quanto c’è l’obbligo da parte del produttore di indicarne in etichetta la presenza e non la effettiva quantità. Infatti attualmente i fosfati come additivi negli integratori alimentari possono essere usati “quantum satis” (cioè quanto tecnicamente necessario).

Fosfati nel piatto COME DIFENDERCI?

Diminuire il consumo di cibi confezionati e artificiali è il primo passo da compiere per tutti. Ma attenzione soprattutto ai più piccoli: monitorare la quantità di cibi industriali additivati che consumano quotidianamente permette di evitare loro una intossicazione da fosfati in primis, ma anche da zuccheri e conservanti vari.

Riflettiamoci, in fondo si tratta solo della nostra salute!

Dott.ssa A.Taccone, Biologo Nutrizionista

 

Uova e colesterolo: cosa c'è da sapere?

L’uovo è tra gli alimenti più nutrienti. Consumato da solo o come ingrediente di preparazioni, l’uovo di gallina è un alimento presente quasi quotidianamente nella nostra dieta! Eppure, per anni, le uova sono state associate alla parola COLESTEROLO, per questo demonizzate e, in casi estremi, eliminate dalla dieta. Il colesterolo è una molecola normalmente presente nel nostro corpo: costituisce le membrane delle cellule ed è il precursore di molti ormoni. Proprio per questa sua vitale funzione, l’organismo sa produrlo da solo, nel fegato. Tuttavia, valori troppo alti di colesterolo, in particolar modo di ldl o colesterolo “cattivo”, indicano una maggiore suscettibilità a malattie cardiovascolari (ipertensione, infarto, ictus), soprattutto in presenza di altri fattori di rischio (fumo, sedentarietà, obesità).

Purtroppo ancora oggi,  il consumo di uova è associato ad un eccessivo introito di colesterolo nell’alimentazione giornaliera.

Ma è davvero così?

Colesterolo e Uova: Mangiare uova è sconsigliato?

Le uova sono considerate un alimento dagli straordinari benefici. Sono costituite da un albume e un tuorlo e devono essere consumate intere per godere di tutte le loro proprietà. I nutrienti che le compongono sono le PROTEINE dall’alto valore biologico, VITAMINE come la A, Luteina e Zeaxantina, carotenoidi  importanti utili a contrastare l’infiammazione, l’ossidazione e l’aterosclerosi, vitamine del gruppo B, la vitamina D, numerosi SALI MINERALI come Fosforo, Calcio e Ferro che concorrono alla buona salute delle ossa e alla prevenzione dell’anemia. Inoltre le uova sono una buona fonte di COLINA, un nutriente coinvolto nel buon funzionamento del fegato, delle vie biliari, della cistifellea e del cervello, e LECITINA, un fosfolipide utile a mantenere normali  i livelli di colesterolo.

Ma l’uovo, in particolar modo il tuorlo, è anche una ricca fonte di COLESTEROLO, il cui introito eccessivo, fino a qualche anno fa, era associato ad un aumentato rischio di cardiopatie. In effetti il pensiero comune, in passato, era che il colesterolo alimentare entrasse immediatamente in circolo e aumentasse i livelli di colesterolo ematico. Ciò ha generato un limite (a volte estremo!) nel consumo di uova e un conseguente ed eccessivo consumo di cibi zuccherati e di grassi.

Chi ha il colesterolo alto può mangiare le uova?

Oggi si sa che  il colesterolo introdotto con la dieta contribuisce solo al 25% della colesterolemia. Il restante 75% è prodotto dal fegato che, a sua volta, non è minimamente influenzato dall’introito alimentare. Diversi studi ormai evidenziano come un elevato consumo di colesterolo alimentare non è associato ad un aumentato rischio di coronaropatie, nemmeno in soggetti predisposti geneticamente.

Ergo, mangiare anche più di un uovo alla settimana non fa aumentare il rischio di avere un problema cardiovascolare! Questo perché ad un maggior introito alimentare di colesterolo (come le uova appunto) corrisponde una minore produzione (endogena) da parte del fegato. Ad oggi non ci sono studi che impongono di limitare il consumo di uova, al contrario ce ne sono molti che dimostrano quanto sia sicuro mangiarne.

Infine, uno studio condotto su persone sane, con un buono stile di vita, ha dimostrato che il consumo giornaliero di uova non incide sui livelli di colesterolo totale, né di LDL nella maggior parte dei soggetti, oppure, se lo fa, determina una trasformazione delle LDL da piccole a grandi, un sottotipo” benigno” non correlato a un maggior rischio di infarto.

Quindi, alla luce di queste nuove scoperte, prendiamoci la libertà di concederci più di un paio di uova alla settimana: le proteine, le vitamine, i sali minerali e i grassi in esse contenuti sono una fonte di nutrienti utili al mantenimento del nostro benessere.

Limitiamo l’eccesso di zuccheri piuttosto!

Lunedì, 11 Gennaio 2021 11:39

Aiuto Mister Google, sono ingrassato!

Dott.ssa Annunziata Taccone, Biologo Nutrizionista

Anche stavolta le festività natalizie sono passate e, come ogni anno, questo è il periodo in cui si iniziano a fare i bilanci e si progettano i nuovi propositi, tra cui la dieta. Il Natale si sa è la festa più lunga dell’anno ed è quella in cui ci concediamo più stravizi del necessario. Poi, quello appena passato è stato un periodo particolare che, per certi versi, ci ha spinto a dedicarci di più alla cucina e a mangiare di più.

Come conseguenza c’è chi ha dovuto cambiare il buco della cintura (allargandolo), chi ha peggiorato l’acidità di stomaco o il reflusso di cui soffriva, chi si è svegliato con aumenti delle glicemie, chi attende di fare le analisi del sangue perché pensa di trovare qualche valore alterato, chi ha più sbalzi di pressione, chi si sente affaticato e stanco.

Arrivati a questo punto in molti di noi inizia a salire quel desiderio di rimettersi in sesto, di riprendere le sane abitudini.

Diffidare dalle diete miracolose

Ma come? La via più facile e modaiola è di certo affidarsi a MISTER GOOGLE: basta digitare ciò che si vuole conoscere e in un battibaleno ecco che arriva la soluzione! Internet è strapieno di consigli alimentari. Ogni anno, soprattutto in questo periodo, spuntano rimedi detox, pubblicità accattivanti di prodotti o diete dimagranti miracolosi, pozioni magiche raccomandate per lo più da casalinghe che diventano coach nutrizionali (che poi cosa vorrà mai dire!) le quali, scoperto il business della nutrizione, vendono pillole e bibitoni di cui, sicuramente, non conoscono nemmeno la composizione chimica!

Annunci, promesse per perdere i kg accumulati durante le feste in un weekend. S

ignori, mi duole dirlo, sono solo specchietti per le allodole (o per gli sprovveduti!)!!

Attenzione alle diete "fai da te"

Purtroppo ho una brutta notizia: NON ESISTONO POZIONI MAGICHE! Il dimagrimento e il benessere vanno guadagnati con fatica e sudore, diffidate dal tutto e subito! Spesso “le diete fai da te” sono sbilanciate da un punto di vista dei nutrienti: o sono iperproteiche o peggio si focalizzano su un solo alimento, come la dieta dell’ananas o del finocchio o del minestrone.

Diete che nell’immediato portano anche ad una perdita di un paio di kg ma apparenti, in quanto conseguenza di una diminuzione di liquidi o, peggio, di una perdita di massa magra.

E questo non è vero dimagrimento!

Per chi non lo sapesse, dimagrire vuol dire perdere massa grassa e non perdere peso sulla bilancia e la massa grassa va misurata con un apposito strumento che prende il nome di Bioimpedenziometria. A volte invece la soluzione apparentemente più efficace agli stravizi natalizi è il digiuno, tra l’altro molto in voga ultimamente! Anche qui c’è da fare attenzione in quanto può innescare processi di risparmio energetico: l’organismo, in assenza di certi nutrienti, cerca di consumare meno energia possibile, inattivando processi vitali come la sintesi di proteine. Il risultato è una minore spesa energetica e quindi una riduzione della perdita della massa grassa.

Disastri insomma!!

Perchè è importante affidarsi ad un nutrizionista per definire la propria dieta?

Il mio consiglio è quello di affidarsi a professionisti del settore. Solo un’attenta anamnesi fatta da un nutrizionista può fornire la soluzione migliore al dimagrimento. Solo un professionista è in grado di creare una dieta su misura del paziente, che rispetti le sue abitudini e soprattutto non sia un attentato per la salute.

Non siamo tutti uguali e quindi ciascuno di noi necessita dell’alimentazione più adatta per l’età, il livello di attività fisica, il tipo di lavoro e molto altro ancora.

Un professionista è una persona che ha studiato attentamente ogni prescrizione, si aggiorna e cerca soluzioni adatte sulla base della scienza. E poi, volete mettere il sostegno, il sorriso e l’empatia di un professionista in carne ed ossa con uno schermo del pc?

A ognuno la propria (consapevole) scelta!

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